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Application modernization: come innovare le tue applicazioni IT​

Scritto da Admin | 11-dic-2025 13.12.42

In un contesto di mercato sempre più digitale, competitivo e orientato al cloud, il tema della application modernization è diventato centrale per i leader IT e le figure decisionali d’impresa. Modernizzare il parco applicativo significa ripensare architetture e tecnologie per rendere i sistemi più flessibili, resilienti e allineati alle nuove esigenze di business. È un processo strategico che abilita modelli operativi più snelli, facilita l’integrazione con ecosistemi cloud-native e accelera l’innovazione. Secondo un report di Markets and Markets, il mercato globale dei servizi di application modernization è destinato a crescere dai quasi 20 miliardi di dollari nel 2024 agli oltre 39,6 miliardi di dollari entro il 2029, con un tasso composito (CAGR) del 14,9% dal 2024 al 2029. 

Eppure, molte organizzazioni continuano a fare affidamento su applicazioni legacy, spesso sviluppate anni fa, che oggi rappresentano un collo di bottiglia per la trasformazione digitale. Questi sistemi sono tuttora critici per le operation quotidiane, ma si basano su tecnologie superate, difficili da mantenere e da integrare con ambienti moderni. La resistenza a intraprendere percorsi di modernizzazione applicativa è spesso legata alla percezione di rischio, ai costi iniziali e alla complessità del progetto.  

Tuttavia, non intervenire comporta costi e rischi crescenti. Il technical debt rende sempre più complessa e costosa la manutenzione, limita la capacità di innovare e rallenta il rilascio di nuove funzionalità. Inoltre, le applicazioni legacy espongono l’azienda a vulnerabilità di sicurezza, a causa di componenti non più supportate o facilmente attaccabili. Infine, la mancanza di scalabilità e flessibilità limita l’adattabilità dell’organizzazione in un contesto competitivo che richiede velocità, integrazione e capacità di risposta in tempo reale. Ecco perché la modernizzazione applicativa non è più una semplice questione tecnica, ma un imperativo strategico per proteggere la competitività dell’azienda, ottimizzare gli investimenti IT e garantire continuità, compliance e agilità nei prossimi anni. 

Cosa si intende per modernizzazione applicativa 

Modernizzare un'applicazione significa aggiornarne architettura, tecnologie e processi operativi per migliorarne efficienza, resilienza, integrabilità e capacità evolutiva.  

Secondo Gartner, i servizi di application modernization hanno l’obiettivo di guidare la migrazione dei sistemi legacy verso nuove applicazioni o piattaforme e, allo stesso tempo, di integrare funzionalità avanzate per mettere a disposizione del business tecnologie aggiornate, digitalizzare i processi e automatizzarli. 

  • Oggi molte organizzazioni, nei percorsi di modernizzazione applicativa, puntano anche a introdurre funzionalità intelligenti basate su intelligenza artificiale e machine learning. Si tratta di strumenti che abilitano analisi predittive, automazione avanzata, assistenti virtuali e capacità di personalizzazione dei servizi, generando valore aggiunto sia per l’efficienza operativa sia per l’esperienza del cliente. L’integrazione di queste componenti è sempre più considerata parte integrante delle strategie di modernizzazione, perché consente alle applicazioni di evolvere in piattaforme capaci di apprendere, adattarsi e rispondere in tempo reale alle esigenze del business. 

Non esiste un unico approccio valido per tutte le situazioni: le modalità di modernizzazione variano in base agli obiettivi aziendali, allo stato delle applicazioni esistenti e al contesto tecnologico. Solitamente, le strategie più comuni comportano:  

  • Refactoring: implica la ristrutturazione del codice esistente per renderlo più modulare, manutenibile o cloud-ready, senza modificarne il comportamento funzionale. Ideale per applicazioni core con valore strategico. 
  • Replatforming: spostamento su una nuova piattaforma (ad esempio, da on-premise a cloud) con modifiche minime, per sfruttare vantaggi di performance e scalabilità. 
  • Rehosting: noto anche come “lift and shift”, consiste nel migrare l’applicazione così com’è verso un’infrastruttura più moderna (es. cloud), senza modifiche al codice. 
  • Rebuilding: riscrittura totale dell’applicazione per adottare un’architettura cloud-native o microservizi. È un investimento significativo, ma necessario quando il legacy limita fortemente l’innovazione. 

Per orientare le scelte, si utilizza spesso il modello delle 6R o 7R della modernizzazione applicativa: 

  • Retire: dismettere ciò che non serve più. 
  • Replace: sostituire l’applicazione con una soluzione più moderna (spesso in modalità SaaS). 
  • Rehost: migrare senza modifiche (lift and shift). 
  • Replatform: adattare parzialmente al nuovo ambiente. 
  • Refactor: ristrutturare il codice per migliorarne la qualità tecnica. 
  • Retain: mantenere le applicazioni così come sono, in attesa di un intervento futuro. 
  • Reimagine (o Rebuild): ripensare l’applicazione da zero per nuovi obiettivi e modelli operativi. 

Non si tratta di scegliere rigidamente tra l’una o l’altra opzione, quanto piuttosto di considerare la modernizzazione come un processo continuo, strategia adottata dalla maggior parte delle aziende che si apprestano a questo tipo di trasformazione: il 52% secondo un report della Konveyor Community.    

Riscrivere o migrare? Una scelta di equilibrio 

Riscrivere un’applicazione ha senso quando si vuole liberare pieno valore dall’adozione di tecnologie cloud-native, integrare nuove funzionalità digitali, o superare rigidità architetturali. È l’approccio più impegnativo, ma anche il più trasformativo. 

Al contrario, l’approccio “lift and shift” consente un time-to-value più rapido, utile per ridurre costi infrastrutturali o rispondere a pressioni immediate (ad esempio, fine supporto hardware o obsolescenza software), con un impatto minimo sulle operations. Spesso, rappresenta un primo passo verso una modernizzazione più profonda. 

I benefici di un’app modernizzata 

Investire nella modernizzazione applicativa si traduce in benefici misurabili sul piano economico, operativo e competitivo. Tra i principali vantaggi che le imprese possono ottenere: 

  1. Riduzione dei costi operativi - Modernizzare significa razionalizzare infrastrutture, eliminare inefficienze e ridurre la complessità gestionale. Le applicazioni legacy spesso richiedono ambienti dedicati, manutenzione specialistica e risorse hardware sovradimensionate. Portare le applicazioni su ambienti cloud o containerizzati consente ottimizzazione del consumo di risorse, automazione delle attività di gestione e una significativa riduzione del TCO (Total Cost of Ownership). 
  1. Migliore time-to-market - Le architetture moderne (API-driven, modulari, cloud-native) permettono di sviluppare, testare e rilasciare nuove funzionalità in tempi molto più rapidi. Questo si traduce in una maggiore capacità di adattamento ai cambiamenti di mercato e alle esigenze dei clienti, con un impatto diretto sulla competitività e sull’innovazione continua. 
  1. Sicurezza migliorata - Le applicazioni legacy sono spesso esposte a vulnerabilità strutturali non più supportate dai sistemi operativi o dalle librerie sottostanti. Modernizzare significa anche integrare protocolli di sicurezza aggiornati, automatizzare i processi di patching e abilitare un monitoraggio continuo. Questo riduce il rischio di attacchi, data breach e non conformità normativa (es. GDPR, NIS2). 
  1. Scalabilità automatica - Le applicazioni modernizzate, specialmente se basate su microservizi e container, possono scalare automaticamente in base alla domanda. Questo consente di gestire picchi di traffico, nuovi carichi o l’espansione su nuovi mercati senza rivedere l’intera infrastruttura. La scalabilità non è più un collo di bottiglia, ma una leva di crescita. 
  1. Abilitazione a DevOps e CI/CD - Modernizzare un’applicazione apre la strada a pratiche DevOps e a pipeline CI/CD (Continuous Integration / Continuous Delivery), che automatizzano il ciclo di vita del software e favoriscono una collaborazione fluida tra sviluppo e operations. Ne derivano rilasci più frequenti, stabili e sicuri, con feedback continuo e maggiore controllo sulla qualità. 

Il ruolo del cloud e delle architetture moderne 

Nel processo di modernizzazione applicativa, il cloud rappresenta molto più di un’infrastruttura alternativa: è un abilitatore di nuove architetture, nuovi modelli di sviluppo e nuovi paradigmi operativi. Tuttavia, modernizzazione e cloud-native non sono sinonimi, e comprendere le differenze è cruciale per pianificare correttamente un percorso evolutivo. 

Modernizzare un’applicazione non implica necessariamente renderla cloud-native. Il percorso può prevedere fasi graduali (come il semplice rehosting su cloud IaaS) o evoluzioni più profonde come il refactoring in microservizi e l’adozione di architetture serverless.  L’approccio corretto dipende dal contesto applicativo, dai vincoli di business e dagli obiettivi a medio-lungo termine. 

  • Un altro trend in forte crescita riguarda l’adozione di modelli multicloud e ibridi. Le aziende non si affidano più a un unico provider, ma distribuiscono applicazioni e dati su più ambienti — cloud pubblici, privati e infrastrutture on-premise — per garantire maggiore resilienza, ridurre il rischio di lock-in e rispondere meglio a requisiti di compliance e sovranità del dato. Nella Pubblica Amministrazione, ad esempio, è sempre più diffusa la scelta di utilizzare almeno due cloud service provider mantenendo parte dei carichi critici in locale, a dimostrazione di come l’approccio multicloud stia diventando la norma nei percorsi di modernizzazione applicativa. 

Diventare “cloud-native” significa progettare o riprogettare le applicazioni per sfruttare pienamente i modelli distribuiti del cloud, garantendo elasticità, resilienza e agilità. È una scelta che abilita scalabilità automatica, cicli di rilascio più veloci e una gestione operativa semplificata, soprattutto in ambienti dinamici. 

Le tecnologie cloud-native rappresentano il cuore delle strategie di modernizzazione più avanzate: 

  • Container e Kubernetes: permettono di isolare le componenti applicative, facilitare il deploy continuo, scalare on-demand e gestire ambienti ibridi o multicloud in modo uniforme. 
  • Serverless: consente di eseguire codice “on demand”, senza dover gestire infrastruttura, pagando solo per le risorse effettivamente utilizzate. Ideale per carichi variabili o applicazioni reattive. 
  • Microservizi: suddividendo l’applicazione in componenti indipendenti, si aumenta la manutenibilità, la resilienza e la velocità di sviluppo, favorendo una delivery incrementale e continua. 

Oltre alla tecnologia, la modernizzazione richiede un cambio di paradigma architetturale. Le imprese più innovative stanno adottando modelli che privilegiano l’interoperabilità, la modularità e l’agilità: 

  • Event-driven architecture: consente alle applicazioni di reagire in tempo reale a eventi interni o esterni, migliorando la scalabilità e l’esperienza utente. 
  • API-first: progettare applicazioni e servizi partendo dalle interfacce consente integrazione semplice e rapida con ecosistemi eterogenei, partner e soluzioni di terze parti. 
  • Composable architecture: scompone le applicazioni in moduli indipendenti e riutilizzabili (building block), abilitando una maggiore flessibilità e personalizzazione dinamica delle soluzioni IT in base alle esigenze del business. 

Come approcciare un processo di application modernization​ 

Il processo di application modernization coinvolge dimensioni diverse: business, architettura, governance e cultura organizzativa. Un approccio strutturato e incrementale è fondamentale per contenere rischi, massimizzare il valore e allineare gli obiettivi IT con quelli aziendali:   

  • Assessment iniziale: mappare il portafoglio applicativo 

Il primo passo consiste nel valutare lo stato attuale del parco applicativo, classificando le applicazioni in base al loro valore per il business, ai costi di gestione, al livello di obsolescenza e ai rischi associati (come technical debt o problemi di sicurezza). L’obiettivo è identificare quali applicazioni meritano di essere modernizzate, sostituite, consolidate o dismesse. 

  • Strategia basata su priorità 

Una volta compreso il contesto, è essenziale definire una strategia di intervento per priorità, tenendo conto sia dei driver tecnici (scalabilità, obsolescenza tecnologica, sicurezza) sia di quelli di business (customer experience, time-to-market, compliance, ROI). In questa fase è utile distinguere tra quick win ad alto impatto immediato e interventi strutturali di lungo periodo. 

  • Esecuzione incrementale e roadmap evolutiva 

La modernizzazione deve avvenire in modo progressivo, evitando approcci “big bang” che espongono a rischi e interruzioni operative. L’ideale è adottare una roadmap ibrida che combini interventi tattici e trasformazioni strategiche, sfruttando al massimo le possibilità offerte dal cloud, dal DevOps e dalle nuove architetture. Il successo passa anche dalla capacità di raccogliere feedback continui, adattando il piano in funzione dei risultati. 

  • Governance, change management e metriche 

Una governance solida è cruciale per garantire coerenza, controllo e trasparenza. Serve una visione condivisa tra business e IT, con KPI chiari per misurare l’efficacia delle azioni (ad esempio: riduzione dei costi operativi, aumento del rilascio funzionalità, miglioramento della sicurezza). Inoltre, la componente di change management non può essere trascurata: la modernizzazione spesso richiede nuove competenze, nuovi ruoli e nuovi modelli culturali all’interno dell’organizzazione. 

Il ruolo del system integrator 

In questo scenario complesso, il system integrator assume un ruolo strategico: non solo come fornitore di tecnologie, ma come partner di trasformazione in grado di orchestrare competenze, metodologie e tecnologie su più livelli. 

Un partner esperto, come Maticmind, può affiancare l’azienda in tutte le fasi del percorso: dall’assessment iniziale alla definizione della strategia, dalla progettazione dell’architettura target fino alla delivery operativa e alla governance post-deployment. 

Il vero valore risiede nella capacità di integrare competenze multidisciplinari, che spaziano dalla gestione di ambienti legacy alla padronanza di cloud-native, DevOps, CI/CD e architetture componibili. Questo approccio consente di evitare lock-in tecnologici, contenere i rischi di transizione e ottenere risultati tangibili in tempi certi. 

La modernizzazione applicativa non è più un'opzione, ma una leva strategica per competere in un mercato guidato da rapidità, efficienza e innovazione. Per affrontarla con successo servono visione, metodo e un partner capace di trasformare la complessità in valore. Investire oggi nella modernizzazione significa abilitare l’impresa del futuro: più agile, sicura e pronta a scalare.