Il monitoraggio delle infrastrutture è un tema importantissimo per le aziende, soprattutto quando si parla di scelte strategiche: se all’esterno dell’ecosistema digitale esistono pratiche consolidate per assicurare che tutto sia sempre sotto controllo, nel digitale più ci si eleva nel livello di astrazione, più l’attenzione sembra calare. Quindi, se in molti casi esiste una pratica di monitoraggio delle infrastrutture fisiche e on premises, il Cloud monitoring sta iniziando solo ora a entrare con forza nelle agende di CIO e CISO italiani.
Che il Cloud, come ogni tecnologia, sia soggetto a diverse fasi di maturità, è un fatto che non stupisce. Proprio per questo, i decisori stanno iniziando a rilevare in modo sempre più evidente che è necessario adottare strumenti di controllo più efficaci e approfonditi, in particolare in un contesto in cui l’approccio multi-cloud è sempre più diffuso e il numero di servizi e sottoscrizioni si moltiplica.
Non è un caso che la maggior parte dei decisori (l’86% per la precisione) non riesce ad avere una visione complessiva dei propri costi. Se, poi, l’aspetto economico è uno dei più critici, quelli tecnici seguono a ruota: l’assenza di strumenti di monitoraggio adeguati impedisce, per esempio, di procedere con un troubleshooting tempestivo, introduce rallentamenti e disservizi e rende le aziende incapaci di monitorare adeguatamente le prestazioni.
Il primo indispensabile passaggio per introdurre una strategia efficace di Cloud monitoring è di comprendere che, oggi, abbiamo a che fare sempre più spesso con infrastrutture aziendali critiche. Dal Cloud in molti casi dipende, almeno in parte, una quota significativa delle operazioni quotidiane, non solo legate ad aspetti gestionali o organizzativi, ma anche produttivi.
Un problema alle infrastrutture Cloud, insomma, non significa esclusivamente dover rimandare i pagamenti o la registrazione dei documenti contabili al giorno successivo, ma vedere verificarsi fermi di produzione, blocco dei reparti e falle nella cybersecurity. Una volta preso atto di questo cambiamento di paradigma, si può procedere con l’implementazione di una strategia.
Abbiamo accennato a come il tema finanziario sia molto importante per il monitoraggio delle infrastrutture Cloud, se non altro perché, ai minimi termini, permette di liberare risorse e contenere la spesa. Si tratta di un tema legato alle FinOps, una disciplina nata proprio per monitorare i costi del Cloud e ancora in una fase iniziale.
Questo aspetto può essere complesso, ed esistono già strumenti di terze parti che lo supportano. Tuttavia, spesso, il costo di questi strumenti supera il possibile vantaggio economico, soprattutto al di fuori del contesto Enterprise. La soluzione è semplice: usare al meglio gli strumenti che i servizi Cloud mettono a disposizione. Soglie, allarmi, budget e in generale tutti gli strumenti di controllo finanziario inclusi nei sistemi e spesso sottovalutati.
Si tratta di un altro aspetto fondamentale del monitoraggio delle infrastrutture in Cloud: in un contesto in cui i servizi aziendali sono per definizione disgregati, è necessario che il monitoring sia puntuale e distribuito, a partire dalle fondamenta di ogni servizio, applicazione e strumento. Per fare questo sono necessari strumenti di correlazione intelligente, come appunto i tool APM.
Come già accennato per gli strumenti FinOps, anche gli altri strumenti di monitoraggio presentano costi considerevoli. Per questo motivo, il primo passo di ogni strategia di Cloud monitoring dovrebbe essere una attenta esplorazione e una altrettanto puntuale analisi costi/benefici, finalizzata a identificare il livello di monitoraggio più adeguato ai bisogni aziendali e funzionale agli obiettivi. Gli strumenti e la strategia di monitoraggio, insomma, devono essere funzionali al business e a servizio delle attività. Il giusto equilibrio fra un eccesso di controllo che introduce troppi costi e l’assenza di controllo che implica disservizi e budget fuori controllo è la chiave per una buona strategia di Cloud monitoring.
Applicare una buona strategia di Cloud Monitoring, seguendo queste tre semplici linee guida, permette di riprendere il controllo del Cloud aziendale, sia sotto il profilo dell’organizzazione, sia da quello dei costi. Si tratta, in definitiva, di trovare il punto di equilibrio ideale per ciascun contesto.