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Cloud per la PA centrale: strumenti, applicazioni e nuove tecnologie

Scritto da Admin | 7-dic-2023 8.00.00

Quando si parla di cosa può fare il Cloud per la PA centrale, spesso ci si limita ad analizzare i vantaggi sotto il profilo dell'efficientamento dei processi informativi e dei conseguenti risparmi sul conto economico. Questo, però, è solo il più immediato e intuitivo dei benefici che la logica as-a-service, correttamente declinata per il mondo della pubblica amministrazione, riesce a offrire soprattutto alle organizzazioni molto strutturate, quali sono per l'appunto gli enti centrali.  

Il tema è squisitamente tecnologico e ha a che fare con la spinta all'innovazione che gli strumenti abilitati dal Cloud possono imprimere tanto nella gestione dei task quotidiani quanto nell'esplorazione di nuovi metodi di lavoro. Elementi di novità che a loro volta possono attivare ulteriori leve per rendere i processi sempre più efficaci e sostenibili. 

 

La roadmap per lo sviluppo del Cloud per la PA 

Coerentemente con la roadmap per la crescita digitale del Paese - esplicata anche attraverso il Piano Triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione - la strategia Cloud per la PA delineata da Agid prevede del resto un percorso di qualificazione per i cloud provider all'insegna non solo del miglioramento dei livelli di servizio, accessibilità, usabilità e sicurezza, ma anche dell'interoperabilità e della riduzione del rischio di “vendor lock-in”, in un'ottica di resilienza, scalabilità, reversibilità e protezione dei dati.

Questo proprio perché l’adozione dell’infrastruttura Cloud nella PA consente, oltre al miglioramento dell'efficienza operativa dei sistemi ICT, con significative riduzioni di costi, anche un'implementazione più semplice ed economica di software innovativi e costantemente aggiornati, di sistemi di sicurezza e protezione dei dati più efficaci - in grado di far fronte a minacce di nuova generazione - e di logiche distributive che accelerano l’erogazione dei servizi a cittadini e imprese. 

 

Il traguardo del 2026 e l'importanza della security 

A prescindere dal percorso evolutivo intrapreso, il traguardo per qualsiasi ente è quello del 2026: nel giro di un triennio, infatti, tutte le pubbliche mministrazioni dovranno aver trasferito processi, servizi e dati sul Polo Strategico Nazionale, su piattaforme fornite da cloud provider qualificati o su infrastrutture che garantiscano livelli standard minimi in termini di risparmio energetico e di affidabilità - oltre che di capacità computazionale e di sicurezza, con SLA definiti nel Regolamento adottato dalla stessa Agid.

La security è così fondamentale nella scelta e nell'adozione del Cloud per la PA che praticamente ogni fase della migrazione necessita del vaglio dell'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN). La strategia delineata all’interno dell’amministrazione deve infatti tener conto delle indicazioni dell’ACN, coniugandole con gli interessi del territorio e delle infrastrutture disponibili. Allo stesso modo, il risultato del censimento dei servizi erogati e dei dati gestiti da migrare (da cui discenderanno le classificazioni di elementi ordinari, critici o strategici) andrà condiviso con gli esperti dell'agenzia. Anche il piano di produzione deve essere trasmesso all'ACN: solo a quel punto potrà avvenire la migrazione vera e propria, che sfrutterà, laddove possibile, i finanziamenti messi a disposizione dal PNRR. 

 

Le risorse e gli obiettivi per l'adozione del Cloud nella PA centrale 

Le risorse per sostenere la trasformazione digitale della PA, per fortuna, non mancano. Il lotto 2 aggiudicato da Consip - dedicato ai servizi di demand & Program management officer e inquadrato nell’ambito del Piano delle gare strategiche Ict definito da Agid e Dipartimento per la trasformazione digitale - è esplicitamente rivolto agli enti centrali.

L’obiettivo è quello di fornire servizi digitali incentrati sui cittadini e sulle imprese, favorendo la cittadinanza digitale, semplificando e armonizzando la relazione tra le pubbliche amministrazioni, sostenendo la migrazione al cloud e promuovendo l’interoperabilità tra i sistemi pubblici. Il valore del lotto è di 210 milioni di euro e completa l'offerta di contratti “pronti all’uso” del valore complessivo di 3,2 miliardi di euro, utilizzabili anche per gli acquisti finalizzati alla realizzazione dei progetti del Pnrr.

Le amministrazioni potranno così scegliere partner qualificati per essere supportate nel governo dei servizi applicativi in ottica cloud, a partire dal project management (pianificazione, coordinamento e gestione delle attività progettuali), dal monitoraggio (verifica e valutazione delle attività dei contratti inerenti i servizi applicativi), dal change management (sul piano metodologico, progettuale e gestionale per l’attuazione di cambiamenti organizzativi della PA) passando per il demand management (definizione, raccolta e organizzazione delle esigenze progettuali e di evoluzione dei processi connessi ai servizi applicativi) fino ad arrivare alla customer satisfaction.

Insieme ai contratti Public cloud Software-as-a-Service (Saas), Data management e Digital transformation (già attivi), l’iniziativa “Servizi applicativi in ottica cloud” costituisce un pacchetto di gare Consip che abilita il Cloud nella PA, consentendo l’evoluzione dei sistemi IT e ovviamente delle infrastrutture fisiche e logiche, senza mai scendere a compromessi sui fronti della sicurezza e della interoperabilità.