L’Europa si trova di fronte a un momento decisivo per le telecomunicazioni. Il Digital Network Act (DNA) punta a superare frammentazione, ritardi e squilibri competitivi, stabilendo le condizioni per investimenti coerenti, infrastrutture resilienti e sovranità digitale.
Lo ha ben chiarito Stefano Pileri, Chief Digital Transformation & Innovation Officer, che in un articolo pubblicato su Agenda Digitale, spiega come il DNA rappresenti un passo chiave per rafforzare la competitività europea rispetto a USA e Cina, garantire un mercato unico digitale e modernizzare l’architettura delle reti.
Il quadro attuale è caratterizzato da mercati frammentati, regole nazionali divergenti e una gestione dello spettro inefficiente. La Commissione Europea propone tre pilastri fondamentali:
Il Digital Network Act prevede, infatti, strumenti concreti: roadmap vincolanti per lo spettro, armonizzazione normativa, switch-off del rame e incentivazione di operatori e investimenti, con l’obiettivo di accelerare la diffusione del 5G stand-alone, predisporre reti gigabit e aprire la strada al 6G.
Ed è per questo che, secondo Pileri, l’approvazione tempestiva del DNA entro il 2025 può trasformare l’Europa da spettatrice a protagonista globale della rivoluzione digitale, mentre ritardi o compromessi rischierebbero di consolidare le debolezze attuali, frenare gli investimenti e minare la sovranità tecnologica del continente.