Il cloud computing rappresenta oggi l’asse portante delle infrastrutture digitali aziendali, garantendo agilità, scalabilità e capacità di innovare rapidamente. L’erogazione di risorse computazionali, storage e servizi applicativi in modalità on-demand ha permesso alle imprese di accelerare il rilascio di soluzioni e ottimizzare i costi operativi, superando i limiti dei data center tradizionali.
Tuttavia, la stessa flessibilità che costituisce il valore del cloud comporta un aumento significativo della superficie di attacco e della complessità nella gestione della sicurezza. Secondo il Verizon Data Breach Investigations Report 2025 , circa il 25% di tutte le violazioni di dati coinvolge risorse cloud, mentre report di IBM Security XForce Threat Intelligence Index 2025 evidenziano come il 30 % delle intrusioni derivi dall’abuso di credenziali valide — spesso legato a configurazioni errate o politiche IAM deboli —, oltre il 25 % degli attacchi sfrutta vulnerabilità note in applicazioni esposte. Inoltre, il Rapporto Clusit 2025 segnala un record di 3.541 attacchi gravi nel 2024, in crescita del 27,4%, con il settore enterprise colpito in particolare da cybercrime, ransomware e accessi non autorizzati al cloud.
Ambienti distribuiti, integrati con API, microservizi e componenti eterogenei, richiedono oggi un approccio alla sicurezza non più circoscritto a barriere perimetrali, ma basato su un controllo continuo e approfondito delle configurazioni e della postura complessiva. È in questo contesto che il Cloud Security Posture Management (CSPM) ha assunto un ruolo strategico come strumento di protezione e governance degli ambienti cloud.
Il Cloud Security Posture Management (CSPM) identifica una disciplina e un insieme di tecnologie progettate per garantire la conformità delle configurazioni cloud alle best practice di sicurezza e ai requisiti normativi. A differenza degli strumenti tradizionali focalizzati sul rilevamento di minacce o sul traffico di rete, il CSPM opera in modo proattivo, verificando sistematicamente le impostazioni di risorse come macchine virtuali, storage, database e API.
Il suo obiettivo è prevenire vulnerabilità legate a configurazioni errate, privilegi eccessivi o esposizioni involontarie.
I sistemi CSPM eseguono scansioni continue per individuare deviazioni dalle policy aziendali, controllando, ad esempio, la gestione delle identità e degli accessi (IAM), la segmentazione delle reti virtuali, la configurazione dei firewall e la protezione delle interfacce applicative. Questa capacità di correlare i controlli agli standard normativi e alle policy interne consente di generare alert mirati e report dettagliati per supportare interventi tempestivi e mirati.
L’adozione di architetture multicloud e ibride ha innalzato in modo significativo la complessità nella gestione della sicurezza. Molte organizzazioni distribuiscono i propri workload su provider differenti — come AWS, Azure, Google Cloud o Oracle — per evitare il vendor lock-in o per ottimizzare costi e performance. Tuttavia, ciascun provider adotta paradigmi tecnologici, strumenti di configurazione e modelli di sicurezza propri, creando ecosistemi eterogenei e complessi da governare in modo uniforme.
In questi scenari, le vulnerabilità non derivano necessariamente da attacchi avanzati, ma spesso da errori di configurazione, permessi eccessivi o mancanza di segregazione tra ambienti. È frequente che bucket di storage vengano lasciati pubblici per disattenzione, chiavi IAM siano distribuite senza controlli granulari o ambienti di sviluppo, test e produzione risultino poco isolati. Queste criticità, oltre a esporre dati sensibili, complicano il rispetto di normative come GDPR, ISO 27001 o NIS2, che richiedono audit trail completi e verifiche continue. Senza strumenti di gestione centralizzati, cresce il rischio di configurazioni disallineate e aumenta la superficie di attacco.
In questo contesto, il Cloud Security Posture Management (CSPM) si afferma come strumento essenziale per garantire la sicurezza e la governance degli ambienti cloud. La forza del CSPM risiede nella sua capacità di eseguire un’analisi continua e approfondita delle configurazioni, andando oltre il semplice monitoraggio degli eventi o il blocco del traffico sospetto.
Un CSPM efficace verifica costantemente la conformità degli asset rispetto alle policy aziendali e agli standard normativi, monitorando la gestione degli accessi, la segmentazione della rete, la protezione delle API e la correttezza delle configurazioni. Le soluzioni più avanzate integrano funzioni di remediation automatica, in grado di intervenire immediatamente per chiudere bucket pubblici, revocare privilegi non necessari o isolare componenti vulnerabili, riducendo così il tempo di esposizione al rischio e aumentando la resilienza complessiva.
Oltre alla protezione tecnica, il CSPM riveste un ruolo cruciale nella gestione della compliance normativa. Le organizzazioni che operano in settori regolati devono poter produrre prove documentali e audit trail dettagliati. Il monitoraggio costante e la generazione di report certificabili consentono di dimostrare la conformità in modo efficace, trasformando la sicurezza da centro di costo a leva strategica per la continuità operativa e la tutela del brand.
Maticmind affronta il tema del Cloud Security Posture Management adottando una visione tecnica integrata, basata sulla consapevolezza che la sicurezza non possa essere concepita come un intervento accessorio, ma debba essere progettata fin dalle fasi iniziali di architettura e deployment. Questa filosofia di security by design, supportata da una Business Unit Security che garantisce competenze specialistiche sia sul piano tecnologico sia su quello normativo, costituisce la base metodologica su cui l’azienda sviluppa tutte le proprie attività nel campo cloud e security.
Due sono gli scenari possibili nell’approccio operativo di Maticmind. Il primo riguarda i progetti di migrazione verso il cloud, in cui la sicurezza viene integrata in modo strutturale lungo l’intero percorso progettuale. Fin dalle fasi iniziali vengono definite regole precise relative a firewall perimetrali, interni ed esterni, policy di sicurezza, Group Policy Objects (GPO), segmentazione di rete e configurazioni conformi agli standard di riferimento. Questo approccio consente di realizzare un’infrastruttura cloud solida, sicura e conforme alle normative, riducendo la necessità di interventi correttivi successivi.
Il secondo scenario riguarda invece i casi in cui il cliente debba effettuare assessment di sicurezza su ambienti cloud già esistenti, spesso in risposta a eventi come tentativi di intrusione o veri e propri data breach.
In queste situazioni, Maticmind impiega tool avanzati in grado di eseguire scansioni approfondite dell’infrastruttura cloud, identificando configurazioni errate, vulnerabilità o aree di non conformità rispetto a standard normativi come GDPR, ISO 27001 o NIS2. Il risultato di queste attività è un report tecnico dettagliato che evidenzia i problemi rilevati e fornisce indicazioni precise sulle misure correttive da adottare, permettendo alle aziende di ripristinare un adeguato livello di sicurezza e compliance.
Uno degli aspetti distintivi di Maticmind è la capacità di operare in ambienti multicloud, superando le complessità derivanti dalle logiche differenti dei vari cloud provider. Ciascun CSP – come AWS, Azure, Google Cloud o Oracle – adotta infatti tecnologie e modelli di sicurezza propri, rendendo più complessa la gestione operativa e la coerenza delle policy di sicurezza. Maticmind risponde a questa sfida integrando strumenti CSPM dei principali vendor – tra cui Cisco, Fortinet e Palo Alto – realizzando piattaforme capaci di uniformare la gestione della sicurezza anche in scenari multi-cloud, applicando policy comuni e coerenti su provider differenti.
Questa capacità di armonizzazione consente di ottenere una visibilità centralizzata e di ridurre il rischio di configurazioni disallineate o vulnerabilità nascoste. In alcuni casi, Maticmind implementa sistemi in modalità shadow, ovvero strumenti invisibili all’utente finale, che monitorano costantemente tutte le attività all’interno degli ambienti cloud per garantire la massima protezione senza interferire con le operazioni quotidiane del cliente.
L’approccio al CSPM include un forte orientamento verso l’automazione, considerata indispensabile per ridurre i tempi di risposta e minimizzare il rischio di errore umano. Oltre alla semplice individuazione delle vulnerabilità, Maticmind implementa sistemi capaci di eseguire interventi automatici come il blocco di accessi non autorizzati, la correzione immediata di configurazioni errate o l’isolamento di risorse compromesse.
Tecnologie come il Privileged Identity Management (PIM) permettono di assegnare privilegi amministrativi solo per finestre temporali limitate e in modalità just-in-time, riducendo la superficie d’attacco. La multi-factor authentication viene applicata in modo mirato sui servizi più sensibili, mentre il controllo dinamico delle regole firewall, basato su analisi comportamentale del traffico, rappresenta una leva strategica per contrastare tentativi di intrusione in tempo reale.
Un ulteriore aspetto qualificante è l’integrazione della sicurezza nei processi DevSecOps. Maticmind incorpora i controlli CSPM già nella fase di sviluppo software, analizzando template infrastrutturali, script di deployment e pipeline CI/CD, con l’obiettivo di intercettare vulnerabilità prima che raggiungano gli ambienti di produzione. Questo approccio non solo migliora il livello complessivo di sicurezza, ma ottimizza i tempi e i costi legati alle attività di remediation.
Maticmind si avvale di partnership consolidate con i principali provider cloud, in particolare AWS e Microsoft Azure, collaborando per integrare soluzioni di sicurezza avanzate direttamente nelle infrastrutture dei CSP. Questo consente di realizzare livelli di protezione ancora più elevati e di offrire ai clienti soluzioni tecnologiche costantemente aggiornate, in linea con l’evoluzione delle minacce e delle normative.
Guardando al futuro, il CSPM non dev’essere considerato un punto di arrivo, ma un tassello all’interno di una strategia di sicurezza in continua evoluzione. L’integrazione sempre più spinta del cloud con tecnologie come edge computing, IoT e intelligenza artificiale introduce nuove sfide sia sul piano tecnico sia su quello normativo. In questo contesto, disporre di partner con competenze in ambito cloud e security costituisce un vantaggio competitivo determinante. La sicurezza non è più un costo accessorio, ma un investimento strategico per assicurare la continuità operativa, la conformità normativa e la fiducia del mercato. Nel cloud moderno, la vera differenza la realizza chi riesce a governare, proteggere e integrare la sicurezza come parte integrante del successo aziendale.